venerdì 27 gennaio 2012

Il re bianco, Gy.Dragoman

Il libro è ambientato nei anni del regime di Ceausescu in una città della Transilvania. Il regime è raccontato con gli occhi di un bambino di 8-12 anni il cui papà è stato portato via al lavoro forzato al Canale e non si sa se mai tornerà.
Questo libro va letto piano, un capitolo al massimo due al giorno, quando ho fatto diversamente mi faceva male tutta quella crudeltà inutile della società che si trova sotto un silenzioso terrore e si sfoga l'agressività e la propria impotenza davanti al potere su quelli che sono i più deboli. Quando volevo leggerlo troppo veloce mi dava l'impressione di un bambino piagnucoloso a chi gli sono capitati tutti i mali.
Ma rallentando ho scoperto la poesia dell'eterna infanzia che si cela dietro tutto questo, un mondo dell'infanzia che riesce trovare il meraviglioso e l'avventua (in quel senso di Tom Sawyer) in qualsiasi regime politico e che praticamente se ne infischia delle scenate ben regizate del sistema di glorificazione del partito comunista, e va a scoprire per il conto suo l'oro nella miniera chiusa, una saletta nascosta con film proibiti durante un black-out in cinema.
Ci sono alcuni capitoli che presentano solo la cruda realtà del regime comunista (il capitolo sul paese della Cucagna, che è una risa per alcune banane che si vendono una volta all'anno. la corruzione: quando il fanciullo deve perdere alla richiesta a un concorso sportivo.
Il libro non c'entra nulla col fatto che il bimbo e l'autore fanno parte dalla minoranza ungherese, come scrive la copertina.
I capitoli che mi sono piaciuti di più sono quello dove c'è una mischio magico tra il fantastico e la realta: il capitolo Africa e Il patto.
Nel primo, il ragazzo, costretto ad aspettare la mama in una stanza piena di animali africani imbalsamati e foto dell'ambasciatore commincia gioccare a scacchi con un robot, che si rivela una macchina infernale con chi non si può vincere. Allora il bimbo toglie il re bianco dalla tabella dei schacchi
"mi resi conto di essere spacciato, qualunque mossa compissi mi sarei presa il matto l'istante successivo; guardai l'automa, il volto del signore nero, la sua pelle secca, griggiastra e polverosa, e capii che non mi sarei lasciato dare matto per nulla al mondo, allora allungai la mano e tolsi dalla scacchiera il re bianco"

Nel capitolo Il patto invece il ragazzo incontra un'uomo la cui faccia è sfigurata ma che gli fa vedere una meravigliosa collezione di uccelli canori ceh lui alleva e poi li lascia volare via. Poi si rivela davanti al lettore che è un vecchio stregone lipovano.....
segue

Nessun commento:

Posta un commento